Versione originale:

Et ut in eodem monasterio cultus divini nominis non tepescat, volumus quod abbas et monachi, qui sunt ad presens in eodem monasterio residentes, quique remanere voluerint in eodem, congruam, quoad vixerint, de redditibus ejusdem monasterii pro substentatione ipsorum recipiant portionem. Eis autem decedentibus vel a monasterio recedentibus memorato, per alias personas sufficientes et ydoneas in decenti numero faciatis in predicto monsterio tu et successores tui in divinis uofficiis desserviri. Nulli ergo, et cetera, nostre concessionis, annexionis, unionis, applicationis et voluntatis, et cetera. Dat . Laterani, febbruarii, anno septimo.

Versione tradotta:

E affinché il culto del nome divino non si raffreddi nello stesso monastero, vedremmo che l'abate ei monaci, che sono dello stesso monastero, si sono seduti al presente in, e che desiderano rimanere nello stesso, sono d'accordo, rispetto a vivere in questo modo, dal reddito del proprio, possono ricevere una parte del sostentamento per il monastero dello stesso. A coloro che muoiono o si allontanano dal monastero menzionato, da altre persone e sufficienti per legare al numero appropriato su detto monastero tu ei tuoi successori in Dio uofficiis desserviri. Uno quindi, ecc, la nostra concessione di annessione, unione, e verranno applicati, e così via. DAT. LcUcrani, settimo anno febbruarii.

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