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Rivoluzione Russa

Avvenimenti, cause, conseguenze, date e personaggi della rivoluzione russa



Con il termine "Rivoluzione russa" ci si riferisce in realtà a due diversi episodi rivoluzionari: il primo (Rivoluzione di febbraio) rovesciò il regime autocratico dello zar instaurando un governo provvisorio di ispirazione liberale (23-27 febbraio secondo il calendario giuliano); il secondo (Rivoluzione bolscevica d'ottobre), organizzato dal Partito bolscevico, si concluse con la presa del potere da parte dei bolscevichi e la costituzione di uno stato comunista (24-25 ottobre secondo il calendario giuliano).

Cause ± Obiettivi ± Opposizioni ± Cambiamenti Effettivi



Cause

L'impero zarista, fondato su di una società straordinariamente arcaica, ancorato ai valori apparentemente inattaccabili della religione e delle tradizioni contadine, si sbriciolava con una velocità ed una rassegnazione impensabili. La società russa, a stragrande maggioranza contadina, viveva nel culto (imposto, ma accettato con estremo fatalismo) della figura dello Zar. Semidio, padrone di qualsiasi uomo o possedimento che alloggiasse sull'immenso territorio "di tutte le Russie", lo Zar godeva di un potere assai simile a quello dei signori medioevali. La caratteristica essenziale dello zarismo era il potere autocratico, del quale il monarca si sentiva incaricato per volere divino. I terribili disagi provocati dalla prima guerra mondiale, nella quale il grande impero russo aveva dimostrato la fragilità e la debolezza della sua organizzazione politica e militare, uniti all'inefficienza del governo zarista di Nicola II (con la famiglia imperiale soggiogata dall'ambigua figura di Rasputin) finirono con l'esasperare la maggioranza della popolazione. Ad aggravare la situazione, durante l'inverno 1916-17 vi fu una dura carestia e molte città rimasero addirittura prive di generi alimentari. La fame provocò inevitabilmente sollevazioni popolari e disordini.
 
Nonostante l'industria si stesse espandendo a velocità considerevole, l'agricoltura restava la principale fonte di ricchezza del paese. Le tradizionali tesi storiche rappresentano la Russia, agli albori delle rivoluzioni (1905, Febbraio e Ottobre), come una paese in cui il potere della corona, della chiesa e della minoranza aristocratica si estendeva sulla grande maggioranza della terra disponibile. L'ingiusta ripartizione della terra, quindi, è sempre stata considerata una delle cause principali della Rivoluzione. Gli antefatti del febbraio 1917 furono i moti del 1905, anno in cui si sfiorò un regime totalitario sotto la guida del ministro degli interni Viaceslav Pleve. Le tensioni sociali di quel periodo si acuirono fino al punto di generare un fronte unito che andò sotto il nome di "Movimento di liberazione". In questa atmosfera si ebbe così il grande Congresso degli zemstvo (organi di autogoverno locale) a Pietroburgo nel novembre 1904, un avvenimento che diversi storici non esitano a paragonare alla famosa conferenza francese degli Stati Generali del 1789. In occasione del congresso nacque per la prima volta la richiesta di un organo legislativo elettivo (Duma). Domenica 9 gennaio 1905 si raggiunse l'apice dello scontro, una manifestazione pacifica allo scopo di proporre mutamenti politici passò alla storia con il nome di "Domenica di sangue" a causa della reazione esplosiva delle guardie zariste. Liberali e socialisti chiedevano una Duma eletta con suffragio universale, diretto e segreto, mentre la Corona interpretava la Duma come un assemblea dai poteri formali e consultivi. Lo Zar, restio a concedere un così largo potere all'Assemblea, aumentò a dismisura l'insofferenza del popolo mutilato delle proprie aspettative politiche. Solo l'idea della guerra contro la Germania unì i contrasti interni facendo sorgere la speranza di una riappacificazione. Ma, inesorabilmente, la guerra di trincea, il blocco delle attività produttive a causa della leva e dei morti scatenarono le più estese manifestazioni popolari poi confluite nella rivoluzione di febbraio con la caduta dello zarismo. Se lo zarismo cadde, senza entrare in una fase di monarchia costituzionale come era avvenuto in Francia, fu a causa dell'instancabile opera di propaganda, opposizione e terrorismo dei partiti radicali che seppero trasformare una ribellione, quella della guarnigione militare di Pietroburgo, in una rivoluzione che contagiò tutta la Russia. Stiamo parlando del movimento "Volontà del Popolo" e di altri gruppi sovversivi e clandestini. Le principali cause della rivoluzione di febbraio sono perciò riconducibili alla famosa "questione sociale", condizioni di vita pessime, staticità del governo e ricerca di miglioramento attraverso la conquista di una libertà economica (distribuzione delle terre) e politica (partecipazione partitica).


Obiettivi

Anche se la storiografia tradizionale parla di due rivoluzioni, quella di febbraio e quella di ottobre, è apparso recentemente sempre più chiaro come gli eventi che portarono al potere Lenin e i bolscevichi costituirono tutt'altro che una rivoluzione. Il febbraio fu una autentica rivoluzione, nata spontaneamente nelle strade, in chiave anti-zarista, e che portò al potere un governo provvisorio universalmente accettato in tutto il paese. La vittoria dei bolscevichi e la caduta di Kerenskij non sorsero spontaneamente, ma furono la conseguenza di un'azione sovversiva attuata da agitatori professionisti, decisi ad ottenere il potere assoluto, benché pienamente coscienti di essere una minoranza. L'Affare Kornilov, uno dei più sconcertanti e tragici equivoci della Storia; fu anche uno dei pretesti che favorì la presa del potere da parte dei bolscevichi. Nella speranza di combattere l'anarchia dilagante Kerenskij si era rivolto a Kornilov, comandante supremo delle forze armate e figura militare di grande prestigio. Assolutamente antisocialista, ma di convinzioni liberali, Kornilov riteneva che il governo dovesse prendere saldamente in pugno la situazione, emarginando i radicali. Nell'estate del 1917 il comandante ricevette da Kerenskij l'ordine di avvicinarsi in forze a Pietrogrado per intervenire in caso di rivolte. A questo punto entrò in gioco la figura di Vladimir Lvov, ex membro del governo provvisorio e uomo non troppo equilibrato. Costui, assumendo il ruolo di intermediario tra Kerenskij e il generale, indusse entrambi all'equivoco e convinse Kerenskij che il generale avrebbe mosso verso la capitale per assumere poteri dittatoriali.
  A quel punto Kerenskij esautorò il generale e ricorse ai socialisti per scongiurare il "golpe di destra" mai nato. Un'occasione d'oro, questa, per i socialisti radicali, i bolscevichi in testa. Recenti analisi storiografiche e documenti del governo tedesco dimostrano come lo stesso Lenin poté tornare in Russia dall'esilio svizzero grazie all'intervento della Germania, che così sperava di indebolire il governo russo nemico favorendo il rientro in patria del capo carismatico di una fazione politica che chiedeva la pace a tutti i costi. Fino alla presa del potere Lenin poté contare anche su lauti finanziamenti tedeschi. Gli obiettivi della rivoluzione di febbraio sono simili a quelli delle altre rivoluzioni viste. Quindi miglioramento delle condizioni di vita, più equità nella distribuzione delle terre e del potere e maggiore partecipazione politica per il popolo. Invece, l'"Ottobre Rosso" è la rappresentazione della volontà di una minoranza, (dopo i tentativi di colpo di stato di Lenin in giugno e luglio, i menscevichi erano in netta superiorità) di prendere possesso del governo con un'azione rapida ed efficace scaturita da un equivoco. L'assalto al palazzo d'Inverno e dei centri strategici di Pietrogrado portò solo a cinque morti e diversi feriti, quasi tutti a causa di proiettili vaganti.


Opposizioni

Escluso e lontano dall'idea rivoluzionaria bolscevica restava tuttavia il mondo contadino: un mondo disperso in un territorio sterminato, chiuso in piccole realtà separate l'una dall'altra. I contadini russi erano in gran parte analfabeti e legati a una cultura orale fatta di racconti e di leggende, di favole e di avventure, erano anche fortemente tradizionalisti e molto religiosi. Fra loro la Rivoluzione di Lenin avrebbe trovato enormi difficoltà. Contro il governo rivoluzionario si schierarono i generali rimasti fedeli all'Imperatore, con le loro armate che furono dette armate bianche. La controrivoluzione trovò l'appoggio delle regioni che volevano costituirsi in repubbliche indipendenti come l'Ucraina, la Georgia, il Caucaso e l'Armenia. Le grandi potenze: Francia, Inghilterra, Stati Uniti, Giappone, per evitare che la rivoluzione si allargasse fuori dai confini russi, inviarono truppe a sostegno delle "armate bianche". Contro l'iniziativa bolscevica troviamo ovviamente lo Zar insieme ai grandi latifondisti i quali non condividevano i nuovi cambiamenti.Per affrontare le "armate bianche", Trotzkij organizzò e sfruttò un nuovo corpo armato definito "armata rossa". "Il Dottor Zivago" è uno dei film più rappresentativi della Russia rivoluzionaria, della condizione contadina e dello scontro tra le forze conservatrici e progressiste.
Lenin istituì una polizia politica, la Ceka, che perseguitò in modo spietato la borghesia, i contadini e perfino gli esponenti socialisti, rivoluzionari e anarchici che non avevano aderito al partito bolscevico. Gli anni dal 1918 al 1920 sono stati teatro di una sanguinosa guerra civile che ha visto fronteggiarsi i bolscevichi al potere contro i conservatori zaristi, altre potenze europee finanziatrici dell'armata bianca, gli anarchici e i socialisti rivoluzionari. "Il timore che dalla Russia la rivoluzione si estendesse a tutta l'Europa, provata dalla guerra, divenne il motivo determinante dell'intervento." (G. Boffa). L'Europa, prima isolò la Russia e in seguito, terminata la guerra mondiale, spostò capitali in aiuto dei controrivoluzionari senza però dichiarare apertamente una nuova guerra per evitare rallentamenti burocratici e costituzionali.


Cambiamenti Effettivi

Dopo il febbraio del 1917, la rivoluzione ha portato a compimento i propri obiettivi formando un nuovo governo provvisorio di stampo liberale avente la Duma come assemblea parlamentare ed in più gli insorti costituirono un proprio organo rappresentativo e di autogoverno: "il Soviet degli operai e dei soldati". Il primo Soviet, di Pietroburgo, venne istituito nel 1905 però conservò un atteggiamento clandestino e illegale. Ottenuta la vittoria in ottobre, i "rossi" dovettero ammorbidire la propria azione di governo per evitare il totale collasso della nazione (a questo scopo Lenin varò la Nuova Politica Economica nel 1921). L'ultimo atto formale della Rivoluzione bolscevica fu la costituzione, il 30 dicembre 1922, dell'Unione delle repubbliche socialiste sovietiche (URSS). Intanto le prime decisioni adottate dagli organi rivoluzionari (abolizione della proprietà privata delle terre e loro distribuzione ai contadini, smobilitazione dell'esercito contestualmente all'apertura di trattative di pace con la Germania, controllo operaio sulle fabbriche, nazionalizzazione delle banche) avevano assicurato loro un vasto sostegno in tutte le province dell'ex impero. In questo contesto storico presero sempre più autorità due personaggi: Trotzkij e Stalin. La principale frattura che porterà Trotzkij all'esilio ha riguardato la questione della rivoluzione. Egli sosteneva la rivoluzione permanente e universale in contrasto con l'idea Staliniana di rivoluzione solo in Russia.
  "La rivoluzione socialista comincia su basi nazionali, ma non può restare circoscritta entro questi confini. La permanenza della rivoluzione proletaria entro una struttura nazionale può essere soltanto uno stato di cose provvisorio, anche se di lunga durata, come mostra l'esperienza dell'Unione Sovietica. In una dittatura isolata del proletariato, le contraddizioni interne ed esterne crescono inevitabilmente e allo stesso ritmo dei successi. Rimanendo isolato lo stato proletario deve alla fine diventare vittima di queste contraddizioni. La via d'uscita risiede solo nella vittoria del proletariato dei paesi avanzati. Osservata da questo punto di vista, una rivoluzione nazionale non è fine a se stessa, ma è soltanto un anello nella catena internazionale. La rivoluzione internazionale presenta un processo continuo nonostante tutti i temporanei alti e bassi." (Trotzkij)
E' innegabile lo spirito profetico di questo passo poiché la Russia è diventata davvero vittima delle proprie contraddizioni interne. Con l'allontanamento di Trotzkij e con la morte di Lenin, Stalin assunse pieni poteri e, dopo aver corrotto a proprio vantaggio le teorie iniziali riguardo al ruolo dei Soviet, instaurò un regime totalitario a tutti gli effetti esportando nel resto del mondo l'idea che il comunismo fosse una dittatura. Tale errore è dovuto proprio dal fatto che, chi manipolò la rivoluzione, bloccò tale processo allo stadio di "dittatura del proletariato" senza continuare con l'eliminazione di ogni forma di governo e di classe. Stalin è caduto nella distinzione Marxista tra comunismo "autentico" e comunismo "rozzo". In quest'ultimo, l'attribuzione della proprietà privata allo Stato, avrebbe ridotto tutti gli uomini a proletari e avrebbe negato ovunque la personalità dell'uomo. E' possibile notare tale deviazione in uno degli scritti staliniani "Il partito è necessario al proletariato per conquistare e mantenere la dittatura. Il partito è lo strumento della dittatura del proletariato. Da questo deriva che con la scomparsa delle classi, con l'estinguersi della dittatura del proletariato, deve estinguersi anche il partito. La conquista e il mantenimento della dittatura del proletariato non sono possibili senza un partito forte per la sua coesione e la sua disciplina di ferro. Ma una disciplina ferrea nel partito non è concepibile senza unità di volontà, senza una completa e assoluta unità di azione di tutti i membri del partito." (Stalin) Questo estratto esalta il ruolo del partito attribuendogli un potere assoluto ed incontestabile. Nonostante si faccia riferimento all'estinzione del partito, la storia dimostra che tale affermazione non è stata minimamente presa in considerazione. Per comprendere meglio i motivi di questo sviluppo, è importante ricordare ciò che scrisse lo storico russo Medved'ev il quale fu costretto a pubblicare le proprie opere all'estero a causa della censura. "Molti storici e sovietologi continuano a sostenere che la Rivoluzione di ottobre fu indubbiamente prematura e che tutte le sventure che si abbatterono poi sul nostro paese, terrore staliniano compreso, furono dovute a quell'errore iniziale e fatale di Lenin, al fatto che egli approfittò dello stato di debolezza in cui si trovava lo stato dopo la rivoluzione di febbraio per scatenare una rivoluzione socialista in un paese che era invece assolutamente immaturo per il socialismo." (Medved'ev) La critica è rivolta principalmente alle decisioni bolsceviche eccessivamente forzate. La Russia, debole economicamente e mutilata di una guida secolare quale lo Zar, non era pronta per un altro sconvolgimento. Il governo liberale di febbraio avrebbe dovuto evolversi per molti altri anni affinché la rivoluzione socialista potesse avere il successo sperato inizialmente. La guerra civile ed il terrore staliniano, secondo lo storico, sarebbero dovute alla precipitazione di Lenin e dei bolscevichi nel 1917.

 

Realizzato da Francesco Airaghi

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